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Swing Summer Camp 2025

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 Ballare Swing o meglio ballare in generale è una grande risorsa! Significa fare esercizio fisico ma come molti sport significa porsi degli obiettivi fuori dai soliti schemi, conoscere persone, lanciarsi in pista…e in più entrare in un mondo parallelo colorato di musica e mood vintage .   E se vi state domandando  "ma perché iscriversi a un corso di swing ?" Ci sono tante risposte, personali, ma per citarne alcune vi rimando a questo post "come il ballo mi ha cambiato la vita... "   Il mitico gruppo di Nonsolocharleston propone un viaggio breve su un treno di ben sei discipline swing a giugno a Milano Mm Gambara! Lindy hop, boogie woogie, balboa, charleston, broadway jazz, collegiate shag! Puoi provarle tutte, fino a farne indigestione ! E se ti domandi se... se... se... ma... ma ... ma... tranquillo, sei nel posto giusto. Una buona occasione per farsi un giro su una giostra che non etichetta, non giudica, non separa!     Per maggiori informa...

4. Amore in pista da ballo

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  Il maglio, Sesto San Giovanni - Ph. P. Bruno Poniamo che siete al bar con un’amica o un amico e arrivi una persona, uno o una che non conoscete; probabilmente lo salutereste, gli o le porgereste la mano, magari gli o le sorridereste, forse, se siete ben disposti, potreste anche scambiarci due parole, un protocollo cortese , ma poi la cosa finirebbe lì, la persona se ne va, inosservata, distante e tutto questo è assolutamente normale, anche perché in un incontro di tre minuti non c’è tempo per costruire una relazione e se anche fossimo stati colpiti dal famoso fulmine , apparirebbe improbabile, faticoso e distante andare oltre a un sottile stupore.  E pure se immaginassimo una situazione più allargata, una cena, un incontro tra colleghi o conoscenti, dove ci si ritrova seduti magari vicino un uomo o a una donna piacente, una o uno che sa parlare, che magari ride quando ridi tu e cose simili, e anche in questo caso, nonostante il tempo e l'opportunità di conoscersi ci sia sta...

3. E adesso arriva il charleston

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E’ incredibile come ti cambia la vita una passione , soprattutto una passione che ti fa uscire di casa. Non intendo dire che ci siano passioni più o meno valide, sono tutte valide, le passioni, e chi ne soffre è fortunatə, a prescindere, ma se ne hai una lontana dalla routine domestica, allora sei ancora più fortunatə.  Immagine di repertorio A volte queste passioni arrivano talmente nel profondo da darti l’illusione di essere la cosa più vera della tua vita e che tutto il resto sia solo uno strumento per arrivare a quel momento, il momento in cui te ne esci di casa e ti senti lə vera te stessə. Questo discorso non vale per me e quellə come me, no certo, noi ragazzə razionali e poco indulgenti, cresciutə in un’ottica tra il cattolico e il calvinista, bloccatə tra figli, produzione e organizzazione, ma per molti altri, molte altre persone sì, persone che sognano, falsificano e ci credono, forse anche troppo, alle loro passioni risvegliate in brevi pause di vita.  Balera del...

2. Milano di una volta: come e dove si ballava il boogie woogie

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 Parlo della fine degli anni Novanta, a Milano, quando il ballo era poca cosa. Il ballo in generale era poca cosa ma a maggior ragione il ballo di coppia , quello dove ci si prende per mano, si invita e si sta abbracciati e proprio quel genere di ballo, che era stato tanto in voga nell'altro secolo,    si era come progressivamente rimpicciolito passando dai locali di prima della guerra, con le orchestre e le belle piste da ballo lucide, ai  piccoli caveaux tipo il Santa Tecla post fascisti, dove ci si dimenava fumando e ascoltando il jazz, e poi praticamente più nulla. Immagine di repertorio. Credit: https://stockcake.com/ Anche questi piccoli templi della musica sperimentale sparirono, anche se io ricordo bene l'ultimo sopravvissuto, l'Ittolittos di via Olgiati 25,  e al loro posto subentrarono i juke box e le disco degli anni settanta e poi quelle più fashion degli anni 2000. Ma del  ballo di coppia e della  musica dal vivo non se ne parlò propri...

1. La grande magia

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  Capitolo primo Era il 2009 e avevo cinquantun anni. Vivevo a Milano con tre dei miei cinque figli. La minore aveva undici anni e il maggiore venti. Loro ancora non lo sapevano ma sarebbero presto entrati in questa storia. Non ricordo bene come mi sentissi a quei tempi, diciamo che ero abbastanza distratta e piuttosto indaffarata. Ero scappata a gambe levate dalla mia vita precedente, sposa, lavoratrice e madre, dopo un intervento alla parotide, che è una ghiandola che si trova sul collo sotto la mandibola. Per toglierla bisogna fare un lungo taglio e, a volte, è necessario recidere il nervo facciale.  Ancora agli inizi del 2000 non si parlava di tumore a voce alta, si sussurrava di “brutto male” ma al di là dei tempi e del sostegno sociale o familiare che una persona può ricevere in una simile situazione, immagino che l’idea di avere un tale malanno in più al viso, possa dare a tutti uno scossone notevole. Il mio fu uno scossone propulsivo che mi sparò lontano come la do...