SWING CON UN "CLICK"
Una considerazione a freddo.
Come cambia l'ambiente dello swing anno dopo anno. E' più veloce di internet. Lo swing è diventato un prodotto "online", vincente l'approccio rapido e l'immagine nitida.
Più di due parole spese intorno al concetto di cultura, pazienza, consapevolezza e si è già belle che persa l'attenzione, in favore di un altro, più rapido "click".
A questa velocità nella scelta del "pacchetto" iniziale, che va di pari passo con l'interesse crescente verso l'ambiente delle danze sociali legate al jazz, al blues e allo swing, corrisponde a una riduzione nell'immaginario della strada necessaria per dare un senso alla meta. E questo non solo per le matricole, ma aihmé anche per i veterani.
Lo swing è una sfida individuale che per essere sincera e avere successo, in tutti i sensi, richiede molto. Non si diventa dei bravi ballerini perché si va a un festival in capo al mondo o perché si è pagato un maestro incredibile per sentirlo spiegare. Non basta e spesso è addirittura controproducente. Senza contare che "avere swing" non significa per forza essere dei campioni.
Pagare per partecipare scegliendo un progetto di qualità, è solo il primo piccolissimo passo, poi tocca a noi: allenamento, pazienza, costanza, umiltà molta consapevolezza e ancora cultura musicale, valori sociali, conoscenza storica.
E poi basta con questi messaggi elitari, sembra di stare in India con le caste, o nel medioevo con il feudalesimo: comprare un corso di ballo o un workshop, assimilandolo all'acquisto di una borsa di Gucci, che tanto dice sull'idea di status symbol, significa stravolgere la cultura originale di queste danze, che è esattamente legata a valori opposti: inclusione e multiculturalità.
Insomma, tra un click e l'altro, avendo un po' di tempo bisognerebbe rifletterci su.
Come cambia l'ambiente dello swing anno dopo anno. E' più veloce di internet. Lo swing è diventato un prodotto "online", vincente l'approccio rapido e l'immagine nitida.
Più di due parole spese intorno al concetto di cultura, pazienza, consapevolezza e si è già belle che persa l'attenzione, in favore di un altro, più rapido "click".
A questa velocità nella scelta del "pacchetto" iniziale, che va di pari passo con l'interesse crescente verso l'ambiente delle danze sociali legate al jazz, al blues e allo swing, corrisponde a una riduzione nell'immaginario della strada necessaria per dare un senso alla meta. E questo non solo per le matricole, ma aihmé anche per i veterani.
Lo swing è una sfida individuale che per essere sincera e avere successo, in tutti i sensi, richiede molto. Non si diventa dei bravi ballerini perché si va a un festival in capo al mondo o perché si è pagato un maestro incredibile per sentirlo spiegare. Non basta e spesso è addirittura controproducente. Senza contare che "avere swing" non significa per forza essere dei campioni.
Pagare per partecipare scegliendo un progetto di qualità, è solo il primo piccolissimo passo, poi tocca a noi: allenamento, pazienza, costanza, umiltà molta consapevolezza e ancora cultura musicale, valori sociali, conoscenza storica.
E poi basta con questi messaggi elitari, sembra di stare in India con le caste, o nel medioevo con il feudalesimo: comprare un corso di ballo o un workshop, assimilandolo all'acquisto di una borsa di Gucci, che tanto dice sull'idea di status symbol, significa stravolgere la cultura originale di queste danze, che è esattamente legata a valori opposti: inclusione e multiculturalità.
Insomma, tra un click e l'altro, avendo un po' di tempo bisognerebbe rifletterci su.
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