Dress code & social dance anni Cinquanta: trucchi e consigli



Buongiorno a tutti!

Ho navigato un bel po' negli anni Cinquanta per capire bene lo stile legato a questi ambienti di ballo e ho notato che gli Anni Cinquanta si stanno un po' consumando (mannaggia al consumismo!) e che  per mantenersi "giovani e vivi" stanno virando verso inizio secolo....!!!!





Comunque, intanto che lo swing con un click fa i suoi danni (se volete capire di cosa parlo potete leggere il post), noi continuiamo con un po' di studio del costume applicato ai giorni d'oggi.

Premessa (consigliata):
In questo ambiente, sempre facendo molte generalizzazioni e concentrando l’attenzione sul social dance, si può parlare di due mondi paralleli. Quello del boogie woogie, sia di vecchia che di nuova generazione, e quello del rockabilly jive.
Iniziamo dalle icone del periodo: da Audrie Hepburn a Marilin Monroe, da Betty Grable a Rita Haywort da Lucille Ball a Bettie Page.



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Così diverse così simili...

Per gli uomini ricordiamo Marlon Brando, James Dean, con le aderenti magliette bianche infilate negli immancabili blue jeans; Paul Newman , Gene Kelly, Elvis Presley, Jerry Lee Lewis e tutti gli attori del la filmografia legata western story.



   Marlon Brando stands in for a wardrobe test. Risultati immagini per james dean
così diversi così simili...

Oppure per avere un’idea abbastanza verosimile dei ragazzi che affollavano le piste nei famosi anni Cinquanta  basta guardare cult un film come Senza tregua il rock and roll 1956 (detto all'italiana!)

Considerazioni (puoi saltare se ti annoia):
Partiamo dal mondo che gira attorno ai concerti rockabilly.  I “puristi” una decina di anni fa quando i raduni erano meno di massa, erano la maggioranza, mentre adesso la situazione è un po' diversa, decisamente meno integralista.

Ad esempio si può indossare semplicemente una gonna ampia per le ragazze e una maglietta bianca infilata nei calzoni con scarpe All Stars per i ragazzi per sentirsi a tema; ciò ammesso, io trovo che anche al giorno d’oggi le scelte stilistiche sono ben visibili nei raduni rockabilly così come l'amore per il collezionismo che non si applica solo a un dresscode d’occasione  ma che, per gli irriducibili, diventa proprio uno stile di vita in ogni dettaglio anche domestico. Non è più un revival, una rivisitazione ma diventa una ricerca di vintage autentico che arriva a scelte sul tipo "FORNO ELETTRICO O FORNO A GAS?"...


Consigli per il dresscode (da leggere!):
La scelta di una propria immagine dove si uniscono elementi moderni ad altri degli anni passati, parte da alcune icone legate alla cultura rockabilly, cultura che rappresenta per eccellenza un melting pot culturale. Quindi sentitevi liberi e "NON appartenenti". Unico filo conduttore l'amore per la musica rockabilly.


Immagini legate al mondo conservatore western legato alla cultura hillbilly del red neck viaggiano insieme ad altre che vengono dal rock and roll bianco e nero,  o da rivoluzionarie pin-up soft-fetish orgogliose del proprio corpo.



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Red neck

Alcuni cliché sono il risvolto alto dei jeans unisex, le salopette da lavoro oppure i jeans corti con calzino in vista; tacchi e scarpe colorate alla Mary Jane abbinate a borsettine, immancabile eye liner e rossetto fuoco per le ragazze; pettinature per entrambi i sessi alla pompadour, col grosso ciuffo cotonato; per le ragazze la frangetta corta da Haudry Hepburn o rigirata indietro alla faux bang o con stilosissimi victory rolls alla Bettie Page, fazzoletti al collo o molto ben composti in testa, busti, scollature, sottogonne, più o meno sexy, attillato o con gonna ampia, stile marinaio o da Betty Boop.




Altro elemento collegato al genere, è la passione per auto e motori, che era dominante nei primi raduni, dove di fatto il ballo era puramente accessorio. Da qui l’abbigliamento legato ai cosidetti bikers, stivali da moto tipo biker boot e giacca in pelle, modello Harley Davidson (se iniziate a confondervi con questi inglesismi settimana prossima arriva il dizionario "per essere sul pezzo").


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Tatuaggio old school

Il tatuaggio in stile old school è un elemento tipico ripreso dalla cultura anni Cinquanta. 



Molte subculture si sono unite nel creare il ricco guardaroba dei rickabillies, inglesi e americane, come i Rockers, i Greaser, i Teddy Boy Da qui elementi come le creepers, gli occhiali stile Buddy Holly, le giacche stile college (vedi Happy days) o il “chiodo” di pelle.



Passando invece al mondo più legato al ballo boogie woogie, per le persone che affollano le sale da ballo classiche, come i dancing e le balere, l’abbigliamento è molto meno ”costruito”, ma si adatta alla necessità di ballare e di muoversi in velocità senza impicci. Quindi vestiti sportivi abbinati alla classica scarpa da ginnastica o da ballo in gomma adatta al movimento sia per i ragazzi che per le ragazze. Un po’ di colore nel vestito per la dama, fantasie vivaci e vestitini stile Minnie o semplici calzoni di tela o jeans per i ragazzi magari con bretella e papillon, per gli amanti del retrò qualche pezzo autentico come la camicia hawayana.








Il trucco “pin up” è sempre apprezzato, così come le pettinature e i fazzolettini o i cerchietti con fiore, o un laccetto o un fazzoletto al collo in stile Happy Days o una coppola in tela molto semplice per i ragazzi.



Per i boogiesti datati, diciamo over sessanta, usa l’abbigliamento elegante, cioè le signore vestono abiti da mezza sera, con qualche lustrino e volant, classica scarpa da ballo anche con tacco da sera e gli uomini giacca e cravatta che poi si levano per ballare.
Loro non sono così vintage da essere un fenomeno di moda, ma abbastanza per rievocare nostalgici ricordi di galateo. Di sicuro sanno muoversi in pista, accompagnano la dama a sedere e si fermano volentieri a scambiare due parole.

Infine per i raduni come i Twist and Shout, i ragazzi partecipano per lo più in modo informale, con qualche accessorio a tema, magari cappello e bretelle, riservando il tocco anni Cinquanta al banchetto Vintage che propone da sempre per le ragazze trucco in stile (per tutti Ketty vintaqge).


E per concludere una vera chicca assolutamente italiana:
[1951/1955]…al Mercatino Americano di via Tre, a Genova, si trovavano gli abiti americani, le camicie western per esempio…solo lì si trovavano, e anche i dischi di swing e di boogie, Hanry James, Glenn Miller, In the Mood. Noi amavamo Guitar Boogie… all’Arethusa [ i frequentatori ] gli esistenzialisti erano vestiti di nero con le giacche di pelle, c’erano anche le persone in camicia e cravatta, i musicisti avevano la loro cravattina, a volte mettevano la paglietta, poi c’erano i “bulli” che camminavano in quel modo lì e masticavano il chewing gum, avevano le basette lunghe, il giubbotto di pelle coi chiodi, gli stivali... sai da moto..., i ragazzi normali mettevano le scarpre da ginnastica per ballare, avevano i jeans lunghi col risvolto erano i Teddy boy; di Gioventù Bruciata e Fronte del Porto e c’erano gli artisti come Dalì, Versace, Vergottini, Galtrucco che si vestivano a modo loro perché erano loro.”
Jack La Cayenne, intervista marzo 2017


Contributi e siti di riferimento per le immagini:

https://it.wikipedia.org/wiki/Salvador_Dal%C3%AD
http://firenze.pinkitalia.it/moda/da-firenze-ferragamo-celebra-la-ballerina-di-audrey-hepburn/
https://it.wikipedia.org/wiki/James_Dean
http://www.thefashionisto.com/marlon-brando-style-photos/
http://passionetattoo.it/tatuaggi-old-school
https://it.pinterest.com/aylincetinkaya/jean-icons/?lp=true
http://kettysvintage.blogspot.it/
http://vintagedancer.com/1950s/1950s-inspired-fashion-recreate-look/
https://makeup-idee.myblog.it/2013/08/24/trucco-anni-50-come-diventare-una-pin-up-5640207/

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