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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

Feel the beat: discorsi alcolici a notte fonda

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Questa  settimana ho incontrato una persona, una persona che ha girato il mondo come insegnante di danza e che mi parlava e mentre mi parlava chiedeva ogni tanto una sigaretta, a me o a un altro che ci veniva vicino mentre stavamo sedute a un tavolino, fuori da un locale, dopo una serata, in una strada vecchia, come una volta, a Milano . Zorba il greco (Zorba the Greek o anche Alexis Zorbas) , 1964. Insomma lei chiedeva una sigaretta ma mentre la chiedeva mostrava una scatolina verde di latta, arruffata di cartine e meccanismo, e alzando la sua scatolina assicurava di avere il suo tabacco.  Una stranezza, dico io, a cui si è aggiunto lo scambio di numero di telefono, scambio che ha richiesto un po’ di pazienza, perché gli ultimi numeri le uscivano solo in spagnolo, tutto aspirato, come una babelina numerica che prendesse vita da sé… Confusione delle lingue, raffigurazione di Gustave Doré E sempre lei, che è in Italia ormai da troppo tempo, non chiedetele da q

L'hipster, il social dance e le balere

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Io non so cos’è un “hipster”. So solo che se penso a un hipster mi viene in mente il bianco. E’ tutto. Non so neanche bene perché questo “ social dance ” è un termine parimenti di moda e cosa c’entri con gli “hipster”. E non so neanche bene la differenza tra retrò , vintage e revival , sempre che stabilire differenze sia ancora permesso.  So però che una sera ho incontrato in un posto che non avrei mai detto, tra persone che apprezzano il jazz , che ballano lo swing , che studiano il milanese, beh insomma  in mezzo a questa storia moderna,  ho incontrato  il “Micio”, seduto in prima fila con delle signore amiche sue, proprio lui, che non mi aspettavo perché sapevo che non era stato bene, e che invece è uscito ed è andato a vedere questo famoso locale milanese e mi ha chiesto di ballare , a me...Paola, ciao Paola, a me che non l'ho riconosciuto, io che parlo tanto di cultura del ballo . Distratta da cosa? Nulla, ho dato troppo poco. Trenta ore per la vita, Giancarlo Ga